La Puglia ha tante caratteristiche che la differenziano dal resto delle regioni italiane: la varietà di culture, tradizioni, i paesaggi, il cibo… ancor di più risaltano le superstizioni. Alcune di queste vivono ancora, altre hanno acquisito la nomea di “leggenda” e quindi restano solo storie da raccontare. In ogni caso, superstizioni, miti e leggende continuano a raccontare la cultura del nostro popolo. In questo articolo vi parlerò dello scongiuro più bizzarro ma anche il più famoso, ovvero il malocchio. Per avere una chiara definizione basta parlare con qualche nonna pugliese, ma cercherò di dare una spiegazione il più dettagliata possibile. L’affascinu (in dialetto pugliese) può essere provocato da un’altra persona anche solo con uno sguardo, ma l’ingrediente principale è l’invidia.
Il malocchio, come una malattia, presenta dei sintomi. I più frequenti sono mal di testa, affaticamento, sonnolenza. Ma non c’è da preoccuparsi, le vecchiette hanno la soluzione. Esiste una “formula” che viene tramandata di madre in figlia solo la notte di Natale, altrimenti perde tutta la sua efficacia. Questa è un insieme di preghiere, scongiuri ed invocazioni atti a liberare il malcapitato, o in questo caso, l’affascinatu. Non mi è consentito entrare nel dettaglio, ma posso aggiungerne qualcuno: in un piatto bianco con un fondo di acqua e sale viene fatta cadere qualche goccia di olio, il tutto accompagnato dalla concentratissima nonna che recita la formula a bassa voce. Come se non fosse già abbastanza bizzarro, se l’incantesimo è riuscito, la nonna e la vittima cominceranno a sbadigliare insistentemente. Ovviamente prevenire è meglio che curare, per questo vi sono molti che si riforniscono di amuleti di vario genere (ferri di cavallo, corni rossi…) per scongiurare la maledizione.