IMG_2852Oggi più che mai bisogna che chiunque abbia la possibilità di esprimere la propria personalità, in ogni luogo. Per questo motivo abbiamo chiesto ad Alice Rizzi (presidentessa dell’Arci Gay Foggia “Le Bigotte”) una mano per realizzare una mappatura di luoghi gay-friendly.

 

Di seguito l’intervista:

Partiamo da Foggia: in questo caso mi sembra che ci sia ben poco di gay friendly. Si sente di confermare o smentire?

Confermo, in quanto di posti che si dichiarino apertamente gay friendly (e che lo sfruttino come incentivo al turismo o a frequentare determinati posti) ce ne sono davvero pochi, quasi nessuno. Per quanto riguarda Foggia, noi dell’Arcigay non avendo mai avuto una sede da quando sono diventata presidente (dicembre 2019) ci siamo interfacciati non solo con associazioni ma anche con diversi locali, dove ci riuniamo e facciamo anche aperitivi, feste e così via. Alcuni esempi sono il locale Anime Brille, Bistrot Carlito’s, Sartoria del Gusto e il Parallelo a Piazza Mercato, che è una zona molto frequentata dalla comunità LGBTQ+ e dai giovani. In particolare, essendo circolo Arci in questo pub ci riuniamo anche per fare assemblee ed è quindi considerato un posto molto “aperto”.

Quindi avete intenzione di provare ad entrare in queste zone?

Sì, assolutamente. Io personalmente sono molto legata a Vieste, e infatti già l’anno scorso provammo a cercare contatti per organizzare eventi in piazza in estate (anche se fummo costretti a fermarci a causa della pandemia). Nonostante ciò, la scorsa settimana siamo stati invitati a partecipare ad un’assemblea d’istituto a Vieste, e abbiamo riscontato interesse da parte dei ragazzi ad incontrarci per discutere di un tema così sensibile. Quello di realizzare qualcosa sul Gargano rimane quindi un nostro obiettivo.

Parlando invece di spiagge, le viene in mente qualche nome di qualche struttura gay friendly?

In questo caso no, anche perché penso che sul Gargano da diversi anni sia stata fatta una scelta: quella di puntare più sulle famiglie che sui giovani, in quanto le prime generano fatturato e non causano molti problemi. È anche per questo che dal punto di vista di feste ed happy hour è diventata ormai una zona molto povera.

Spiagge come la Zaiana a Peschici e Vignanotica a Vieste sono anche famose per essere state in passato per nudisti, mentre oggi non lo sono più ma anzi vengono prese d’assalto dal turismo di massa. Di sicuro sono comunque frequentate da persone della comunità, ma non sono apertamente gay friendly.

Può invece nominarci qualche bar o locale in provincia e sul Gargano?

Per quanto riguarda la provincia, Lucera è una città estremamente friendly, in quanto in passato abbiamo organizzato manifestazioni in cui molte persone hanno partecipato. Tra i locali segnalo Pigalle Bistrot, che è un locale apertamente friendly.

Il Gargano invece è una zona parecchio carente: anni fa c’era “La notte arcobaleno” a Vieste e Peschici, mentre ora non c’è assolutamente nulla di friendly. Basti pensare anche al fatto che in passato per realizzare serate gay friendly il primo posto raggiungibile per noi era direttamente a Molfetta.

Alla luce di questi pochissimi riscontri, intravede dei margini di miglioramento in Capitanata?

Credo proprio di sì, ma innanzitutto qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità e avere il coraggio di puntare su qualcosa del genere. Basti pensare al Salento, in cui questo tipo di turismo funziona e anche bene. Per fare un esempio a Foggia la caffetteria/libreria a tema LGBTQ+ Tolleranza Zero fu aperta grazie a fondi regionali, ma venne poi chiuso in quanto nessuno decise poi di continuare con questo progetto nonostante fosse valido e bello.

I margini di miglioramento ci sono e ci devono essere, nella speranza che la comunità che noi di Arcigay stiamo creando voglia poi portare avanti il lavoro provando a creare nuovi spazi aggregativi.

Allargandoci sul territorio nazionale, qual è la zona migliore per il turismo gay friendly secondo lei?

Come primi luoghi mi vengono in mente Torino ma anche l’Emilia-Romagna (e di conseguenza tutto ciò che ruota attorno a Bologna). Per quanto riguarda invece le spiagge penso alla Sicilia, ma anche Riccione e Rimini. Segnalo anche il Salento, che di recente ha puntato moltissimo su questo tipo di turismo

E la peggiore?

È difficile generalizzare ma di sicuro c’è chi sta messo peggio della Capitanata, come ad esempio l’entroterra Sardo. È chiaro comunque che le situazioni cambiano anche in base alle province. La Capitanata è una delle tante zone in cui purtroppo c’è poco contatto con questa realtà, e di conseguenza è carente anche in luoghi e locali finalizzati al turismo. In questo caso il problema risiede nel non saper come riuscire a puntare su questo tipo di turismo.

Ultima domanda: alla luce del definitivo affossamento del DDL Zan, cosa spera per tutte le persone vittime di omotransfobia?

Personalmente ho sempre visto il DDL Zan come qualcosa di importante soprattutto dal punto di vista simbolico: avrebbe potuto essere l’opportunità giusta per insegnare e far sì che tutti potessero conoscere queste realtà e tutelarle.

Alle persone vittime di omotransfobia dico di rivolgersi ai comitati Arcigay ma anche alle comunità, in modo che possano essere protetti e tutelati in un modo che lo Stato non sa fare. Dico inoltre di non “restare dentro l’armadio”, ma anzi di farsi forza tra di loro.

Eleonora.decillis
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Eleonora

Junior export manager laureata in mediazione linguistica. Amo la musica, i libri, il calcio, la Formula 1 e andare in palestra.