“Tu scendi dalle stelle” è stata composta in provincia di Foggia. Il canto natalizio più conosciuto e cantato d’Italia è stato infatti scritto a Deliceto, nel Convento della Consolazione, da Sant’Alfonso Maria De’ Liguori.
DELICETO O NOLA?
Il fondatore dei Redentoristi nel 1774 giunse in questo luogo ameno a pochi passi da Deliceto e vi si stabilì. In quel periodo non era altro che un piccolo insediamento abitativo, freddo, isolato e in parte diroccato. Sotto a quella che era la dimora di Sant’Alfonso c’era la grotta del Beato Felice, che viveva letteralmente “al freddo e al gelo”, una frase che si trova nell’attuale canzone. In realtà il titolo originario era “Quando Nascette Ninno”, cioè “Quando nacque il Bambino” e il canto era in lingua napoletana. Questo il motivo di una storica diatriba tra Deliceto e Nola, che si attribuiscono la paternità della canzone. È certo però che sia stata composta sui Monti Dauni, visto che quella zona ospitava la transumanza (grazie al tratturo Candela-Pescasseroli che collegava Puglia e Abruzzo). Le migliaia di pastori e di pecore presenti ricordarono a Sant’Alfonso la scena della natività. La mangiatoia, nella canzone, diventò una grotta gelida proprio per la dimora del Beato Felice. A Nola, in Campania, la canzone fu pubblicata dopo essere stata composta a Deliceto, ecco il perché della diatriba.
LA CANZONE
La prima parte della canzone recita queste parole: “Quanno nascette Ninno a Bettlemme/Era nott’e pareva miezo juorno/Maje le Stelle – lustre e belle se vedetteno accossí/E a cchiù lucente/ Jett’a chiammà li Magge all’Uriente/Ninno mio sapuritiello, Rappusciello – d’uva -sì Tu/Ca tutt’amore Faje doce a vocca, e po ‘mbriache o core”. Tradotta in italiano, la canzone nella prima parte recita: “Quando nacque il Bambino a Betlemme/Era notte e sembrava mezzogiorno/Mai le Stelle luccicanti e belle si videro così/E la più lucente andò a chiamare i Magi ad Oríente/Bambino mio, così saporito/Grappolino d’uva sei Tu/Che tutto amore/Fai dolce la bocca, e poi ubriachi il cuore.”
SAN GERARDO MAIELLA
Ma il convento della Consolazione non ha ospitato solo Sant’Alfonso: è famoso infatti anche per un altro santo del posto, San Gerardo Maiella. Furono tantissimi i miracoli di San Gerardo nel Convento di Deliceto e alla sua morte quello che era un semplice eremo si ingrandì fino a divenire un grandioso convento, nelle forme e dimensioni attuali.
SEMPRE APERTO AI FEDELI
Il Santuario della Consolazione è tuttora meta di pellegrinaggio di numerosi fedeli e custodisce un notevole patrimonio di opere d’arte, tra cui il mezzobusto in cartapesta dell’Ecce Homo, modellato a mano da San Gerardo Maiella, e la sacra tavola quattrocentesca della Madonna della Consolazione, fatta dipingere da Beato Felice, fondatore del Santuario. Questo luogo è sempre aperto perché gestito dalla Comunità Mariana Oasi della Pace.