C’era una volta un ragazzo dai grandi sogni nella cittadina di San Marco In Lamis che lavorava nell’attività di famiglia, Fulgaro Panificatori. Il suo desiderio era quello di frequentare l’accademia di arte drammatica o di fare l’imprenditore. Amava la letteratura e decise di studiare Lettere. Si scopri, però, discreto artigiano e si cimentò nel forno di famiglia. Giorno dopo giorno, si affermò sulla scena e sfornò prodotti tradizionali deliziosi e genuini.
Poi rilasciò un intervista ad una giornalista di Apulian Appeal con queste esatte domande…
Che tipo di prodotti offre Pascal Barbato?
Principalmente prodotti da forno. La vera differenza sta nella capacità di raccontare. A me piace raccontare un pezzo di casa mia fuori, un pezzettino di San Marco a chi è di passaggio.
Perché il cliente dovrebbe comprare prodotti artigianali quando ne esistono di tutte le varietà nei supermercati a modici prezzi?
Non sono contro i prodotti industriali ma la logica dell’industria è molto spesso legata alla GDO, quindi allo scaffale pieno a prescindere dalle vendite. Invece, l’artigiano non produrrà mai al di là di quello che serve. Inoltre, mia nonna diceva che servono massimo cinque clienti a fare un buon prodotto. All’interno dei prodotti industriali, la lista degli ingredienti è abbastanza corposa. Sappiamo che tutto ciò che è chimico ha delle ripercussioni sul nostro corpo. Di conseguenza, bisogna mangiare meno e di qualità. Credo che oggi il pianeta terra ce lo stia chiedendo.
Qual è il segreto del suo successo?
Quello che mi piace sempre dire è che successo è il participio passato del verbo succedere. Quindi quello che siamo in grado di far succedere. L’unica cosa che sono certo di metterci è il cuore, questa suppongo sia la mia chiave vincente.
Qual è il prodotto che rappresenta al meglio la sua personalità?
Considerando che la maggior parte dei prodotti li ho ereditati per tradizione, l’unico a cui posso dare un taglio personale è il panettone. La mia interpretazione di questo prodotto meneghino implica la scelta dell’olio piuttosto che del burro, del grano duro piuttosto che del grano tenero. Cerco sempre il massimo della naturalezza e del territorio.
La vera differenza risiede negli abbinamenti curiosi e piacevoli come il pomodorino candito con il cioccolato bianco o la ‘nduja con il cioccolato fondente. Per il prossimo anno abbiamo in previsione la melanzana candita con il cioccolato fondente. Adoro la semantica delle due parole. Melanzana rimanda a qualcosa di melanconico, triste. Cioccolata scatena qualcosa legata alla felicità.
Esportate i vostri prodotti all’estero?
Abbiamo un ottimo distributore per la Francia. Il mio obiettivo è portare, all’estero, degli store che trasmettano la mia idea entro i prossimi cinque anni. Opterò per la Germania e l’Inghilterra. Anche la Repubblica Ceca mi affascina perché lo vedo come un paese dinamico e in crescita.
Qual è il più importante riconoscimento ottenuto?
Quello del cliente. Il cliente che mi guarda negli occhi e mi dice che il prodotto gli è piaciuto e che è stato divorato dai figli.
Quello è ciò che più conta per me.